Contrabbasso delle comari
Trappola della tortura e umiliazione dei prigionieri.
La trappola era uno strumento di tortura e punizione che si è diffuso nel Medioevo per la sua crudeltà e il suo basso costo. La punizione non doveva necessariamente porre fine alla vita della persona giustiziata; anzi, a volte veniva usata per applicare punizioni minori, non tanto fisiche quanto di umiliazione e disprezzo pubblico.
È il caso del cosiddetto "contrabbasso delle comari", che riproponiamo qui. Si tratta di una trappola a forma di violino, da cui il nome, che imprigionava la testa e le mani del prigioniero. Il nome "comari" deriva dal fatto che era uno strumento utilizzato nelle punizioni minori applicate alle donne pettegole o maldicenti, che venivano così svergognate in pubblico per tutta la durata della punizione. Ci sono anche prove del suo utilizzo su uomini per reati minori, come l'ubriachezza in pubblico. Anche il furto poteva essere punito con questo strumento, anche se commesso da bambini.
Come molte teorie della Leggenda Nera, il contrabbasso delle comari è uno strumento che è stato attribuito all'Inquisizione spagnola, anche se in realtà era in uso molto prima della creazione di questa istituzione, essendo diffuso tra il XII e il XIV secolo, non solo nei regni ispanici, ma anche in Francia o nei cantoni svizzeri.
Dettagli:
- Materiale: Legno, accessori in ferro forgiato a mano
- Lunghezza: circa 77 cm
- Max. Larghezza: circa 31,5 cm
- Diametro del collo: circa 16 cm
- Diametro per i polsi: circa 7 cm
- Peso circa 2,3 kg
Peso di spedizione: 2,80 kg
Scheda dati
- Material
- Acero
Madera
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Legatura delle gambe dei prigionieri, dal Medioevo al XVIII secolo.